TEATROTERAPIA

Ogni partecipante porta in scena se stesso, la propria unicità.

La teatroterapia è un modo di utilizzare il teatro a fini terapeutici, ovvero di portare in scena le proprie difficoltà, blocchi, inibizioni e, all’interno della finzione scenica, grazie anche al sostegno del gruppo, provare a superarli.

In teatro si può provare e riprovare e, a differenza che in un normale corso di recitazione, il fine non è la performance artistica ma l’evoluzione personale.

Ogni partecipante porta in scena se stesso, la propria unicità.

Uno dei problemi più frequenti degli esseri umani è il rapporto tra limiti e desideri. Il desiderio ci spinge verso qualcosa, ma sulla strada per raggiungerla entriamo in contatto con un nostro limite, una nostra rigidità: alcuni sono troppo timidi, altri troppo aggressivi, alcuni sono troppo generosi, altri troppo freddi ecc. ecc. Se ci arrendiamo al nostro limite, rinunciare a ciò che è importante per noi può farci sprofondare in un buco nero di scarsa considerazione, e magari di rimpianto.

Ad ognuno, però, i propri limiti sembrano inizialmente invalicabili. Molte persone dicono “Io non ce la farò mai” oppure “sono fatto/a così, che ci posso fare?”

La teatroterapia è una palestra di ricerca e sperimentazione esistenziale in cui i partecipanti si incontrano con un fine comune: ampliare di almeno un poco il proprio spazio di movimento.

Nelle attività proposte, si mescolano teatro e psicoterapia. La psicoterapia serve a dare lucidità, ovvero ad ascoltare e dare un senso alle proprie emozioni e pensieri, per comprendere sempre più chiaramente in quale direzione vogliamo andare.

Il teatro permette di sperimentare, in un contesto sicuro, i comportamenti nuovi che si vorrebbe mettere in atto. Possiamo inscenare delle vere e proprie “prove” scenico-esistenziali in cui combattere e superare quella sensazioni di imbarazzo e innaturalezza che si provano quando facciamo qualcosa del tutto nuovo.

Se i comportamenti “nuovi” ci vengono male? Se risultiamo goffi? Non c’è problema, siamo a teatro e sbagliare non è un problema. Semplicemente, possiamo provare un’altra volta finché non ci sentiremo soddisfatti di come stiamo agendo.

Lavorare all’interno di un gruppo di persone è fondamentale, perché tutti i partecipanti sono mossi dalle stesse aspirazioni: migliorare la propria qualità di vita.

Come tanti scalatori, si cammina insieme e si affrontano le difficoltà che portano fino alla vetta. Si può cadere, ci rialzeremo, spesso ci aiuteremo, perché siamo tutti sulla stessa barca: esseri umani imperfetti e fragili che, per prove ed errori, cercano un po’ di felicità.

A furia di cadere, piano piano impareremo a non fare di ogni nostro errore un dramma, e lentamente uno strano, paradossale sorriso prenderà il posto delle nostre enormi e apparentemente invalicabili paure iniziali…. 

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Fallisci ancora. Fallisci meglio.” 

(Samuel Beckett)