PITTURA

Un rifugio per comprendere il proprio mondo interno e gli altri.

Da sempre la pittura è stata utilizzata come “rifugio” per sfogare le proprie insoddisfazioni e sconfitte, per comprendere il proprio mondo interno e gli altri. 

L’esperienza pittorica, se liberata da ogni necessità estetica ed esterna al suo svolgimento e  trovando quindi finalità esclusivamente all’interno dello stesso, è un efficace strumento per contattare gli aspetti più profondi di se’.

Quando viene messo in atto il processo creativo, il terapeuta dialoga non solo con il paziente ma anche con la sua opera, come fosse un sintomo, poichè essa è in tutto e per tutto fedele e coerente con i vissuti e le emozioni di chi l’ha creata; egli osserverà caratteristiche quali i materiali scelti per la realizzazione, lo spazio e il tempo in cui si svolge. Accoglierà l’esperienza proiettata dal paziente e lo guiderà nell’ attribuirgli finalmente un significato, ricomponendo le parti di se’ frammentate che egli ha espresso.

Nel processo creativo, infatti, vengono agiti tutti quegli impulsi e quelle emozioni vissuti come inaccettabili e minacciosi per l’integrità del se’. 

La persona ha così l’opportunità di dialogare con la sua opera e, quindi, con il suo mondo interno, mettendo in moto un processo di cambiamento che la porterà a risanare parti di sè e ad alleviare la sofferenza.

Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.” 

(San Francesco D’Assisi)